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Lettera CGIL, CISL, UIL al direttore ASL Brindisi e all’assessore regionale Lo Palco

                          al Direttore Generale dell’ASL di Brindisi

                                                                                   Dott. Giuseppe Pasqualone

                                                                          e, p. c. Assessore regionale alla sanità

                                                                         Prof. Pier Luigi Lopalco

      15 febbraio 2021                          Emergenza sanitaria da Covid-19.

            Come è noto nelle scorse settimane è stata avviata tra le OO.SS. Confederali CGIL, CISL e UIL e il Governo Regionale, una Cabina di Regia per avviare un confronto serrato sulle criticità e sulla gestione delle emergenze sanitarie, economiche e sociali determinatesi a seguito della pandemia da Covid 19 che sta flagellando la Puglia, come il resto del Paese, seppure in modo diverso Regione per Regione.

Nel corso dell’avviato confronto si è definito con il Presidente Michele Emiliano un primo cronoprogramma di lavoro ed i relativi temi da affrontare rispetto alle predette emergenze tra cui la sanità, partendo dalle criticità legate al “piano vaccinazioni e alla gestione delle RSA”.

            Al fine di contribuire a favorire, un confronto responsabile e consapevole nella discussione di merito con il Presidente Emiliano, le scriventi OO.SS. territoriali, congiuntamente alle rispettive Categorie che costituiscono il coordinamento delle politiche sociali, ritengono necessario conoscere dettagliatamente e direttamente da codesta Direzione Generale dell’ASL l’insieme delle misure organizzative messe in campo nell’attuale fase dell’emergenza sanitaria per contenere la diffusione della pandemia.  

Allo stato, infatti, è quanto mai opportuno che vengano, da parte del managent dell’ASL, resi noti tutti gli interventi approntati, o da rimodulare, per contenere con più efficacia gli effetti dell’attuale pesantissima crisi sanitaria, attesa la crescente preoccupazione tra lavoratori e cittadini rispetto alla comune percezione di una governance dell’emergenza sanitaria in atto che appare spesso costruita su dinamiche organizzative che mostrano talvolta evidenti elementi di inadeguatezza.

 Opportuno anche attento monitoraggio con relativi flussi informativi relativi alle patologie no-COVID (liste di attesa, ricoveri) per sapere se vi sia piena attuazione di quanto previsto dal Piano Nazionale Gestione liste di attesa (PNGLA) e se si stia attuando la delibera dell’ottobre 2018 della Regione Puglia per la “Presa in Carico delle cronicità”.

E’ necessario sapere se il Management ASL BR ha scelto di puntare sulle cure primarie, (valutazione del bisogno di ciascun assistito, offerta di servizi da parte dei Medici di MG che hanno in carico il paziente e definizione del percorso individuale, attuazione dei PDTA delle patologie croniche, Piani di Assistenza Individuale (PAI) dei pazienti affetti da ipertensione arteriosa, diabete mellito tipo II, BPCO e scompenso cardiaco; inquadramento delle esigenze del paziente sul piano clinico e sociale), nell’ottica di evitare il ricorso a prestazioni caratterizzate da una più elevata complessità erogativa (es. ospedalizzazione c.d. evitabile).

Tanto premesso, si chiede che vengano forniti elementi di conoscenza rispetto a quelle, che a nostro giudizio, sono le maggiori criticità che rileviamo nell’organizzazione sanitaria, le quali interessano tanto la rete ospedaliera che quella territoriale e della prevenzione. 

In particolare si chiede di conoscere:

  • se sono state assunte o meno tutte le possibili misure anti contagio per prevenire l’insorgere di “focolai” che possono essere favoriti dalla mancata separazione dei percorsi “covid” da quelli “non covid” all’interno dei diversi presidi ospedalieri;
  • i piani logistici eventualmente assunti per determinare la separazione dei predetti percorsi;
  • lo standard delle dotazioni di DPI assicurato quotidianamente al personale sanitario e la conseguente attuazione puntuale del Piano Aziendale di Sicurezza;
  • la modulazione del Piano Ospedaliero Aziendale che sarebbe stata o meno predisposta, ai sensi dell’art. 2 del D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio), convertito con la Legge n. 77/2020 e della conseguente Deliberazione della Giunta Regionale n. 1079/2020 e del Regolamento n. 14/2020, per garantire un incremento dell’offerta sanitaria, a partire dall’aumento dei posti letto di terapia intensiva e semi intensiva, di malattie infettive e pneumologia, i 16 posti letto per le acuzie psichiatriche (SPDC) del PO di Francavilla Fontana e così via, realmente attivati, rispetto all’attuale recrudescenza della pandemia;
  • il piano occupazionale aziendale adottato in primis per sostituire tutto il personale collocato in pensione nel periodo 2019/2020 e quello in via di collocamento nell’anno in corso e poi per assicurare la extra dotazione necessaria per il funzionamento di tutti i nuovi posti letto da attivare, in modo da superare la conclamata carenza di operatori sanitari rispetto ai bisogni contingenti;
  • ricordiamo la mancata proroga dei contratti agli OSS che sta producendo danni nei reparti del Perrino, tanto che alcuni Direttori hanno scritto che non possono garantire i LEA. È veramente incredibile che si sia rinunciato a 141 operatori senza sostituirli, dovendo ancora affrontare la pandemia. Non si riesce a capire quale sia la logica che sottende alla scelta del Management, tenuto conto anche della disponibilità della Regione Puglia alla proroga;
  • il Piano Operativo Aziendale, previsto dell’art.29 del D.L. n.104/2020, per il recupero delle prestazioni ambulatoriali, screening e ricoveri ospedalieri non erogati a causa dell’emergenza Covid 19 e il conseguente abbattimento delle liste d’attesa;
  • necessario conoscere la presenza di sistemi informativi evoluti in grado di leggere i percorsi diagnostico terapeutici-assistenziali (PDTA) al fine di monitorare e valutare l’assistenza erogata al paziente cronico;
  • necessario sapere se l’Azienda  stia provvedendo a quanto previsto dal PNGLA 2019, cioè la possibilità di acquisto delle prestazioni aggiuntive erogate in regime libero professionale, concordate con i professionisti e sostenute economicamente dall’Azienda, riservando al cittadino solo la eventuale partecipazione al costo;
  • le azioni programmate e pianificate per il controllo sanitario e tecnico da parte della ASL sulle attività delle Strutture Sanitarie “accreditate”, a partire dalle RSA e RSSA;
  • il piano di vaccinazioni anti-covid, ed il crono programma delle relative attività, predisposto dalla ASL, per garantire le fasce di popolazione a più alto rischio a partire dagli operatori sanitari dei Servizi Socio Sanitari e Socio Assistenziali, strutture riabilitative per disabili e cittadini con patologie psichiatriche e loro ospiti tanto al fine di evitare il collasso delle strutture ospedaliere, con la conseguenza in tal caso di dover ricorre a misure drastiche che avrebbero una ricaduta sociale ed economica drammatica per i nostri territori;
  • il “piano di potenziamento dell’assistenza territoriale” e, quindi, il livello verificato di incisività delle attività di contact tracing;
  • il numero di USCA territorialmente attivate e funzionanti sul livello territoriale e la loro verificata capacità d’intervento per evitare un appesantimento dell’assistenza ospedaliera;
  • lo stato dell’attuale organizzazione dei PTA, nonché delle misure aziendali promosse per continuare ad assicurare soprattutto in questa fase di crisi adeguati interventi sanitari per la Non Autosufficienza, per l’assistenza domiciliare per i pazienti cronici e le altre condizioni di fragilità, per i sostegni per la Unità di Continuità Assistenziale;
  • conoscere i bisogni della popolazione attraverso riferimenti epidemiologici, indicatori di appropriatezza organizzativa e di esito su cui ragionare per riqualificare la rete dei servizi.
  • quale è l’impegno per la prevenzione primaria e secondaria dei tumori anche attraverso reali interventi di monitoraggio sull’ambiente;
  • quale sia lo stato dell’arte per la riconversione e riqualificazione della spesa sanitaria, in particolare come sono impiegate le risorse (che vorremmo conoscere) rivenienti dalle chiusure di strutture ospedaliere e territoriali e la drammatica riduzione dei posti letto per acuti e cronici che il nostro territorio ha dovuto subire;
  • la situazione relativa all’impiego e alla cantierizzazione degli investimenti (programmazione comunitaria 2014/2020) dei Fondi europei (FESR) assegnati nel gennaio 2016 alla ASL, destinati a sostenere il miglioramento e il potenziamento dei servizi di assistenza e cura extraospedalieri, nonché eventuali interventi di riprogrammazione di dette risorse per corrispondere alla necessità di potenziamento dell’offerta sanitaria per rispondere alle sfide poste dalla crisi pandemica;
  • se vi è e quale è una qualche modalità strutturata di trasparente collaborazione con i Sindaci del territorio.

     Rimaniamo in attesa di acquisire (anche in un confronto diretto) le necessarie informazioni riguardo alle principali richieste di approfondimento innanzi avanzate, in modo da poter individuare, in sede locale, ma soprattutto in sede di confronto con il Presidente Emiliano, le possibili azioni di rivalutazione, riorganizzazione, riprogrammazione e qualificazione in termini di efficacia delle diverse e molteplici misure intraprese e/o da intraprendere in ciascun contesto locale per contenere e limitare la  diffusione del virus e salvaguardare la salute dei cittadini e dei lavoratori.

                         CGIL                                CISL                           UIL

               (Antonio Macchia)       (Francesco Solazzo)      (Antonio Licchello)

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